La Johnson & Johnson ha accettato di pagare 4 milioni di dollari allo Stato dell’Oregon, per risolvere una controversia relativa alle sue protesi per l’anca, metallo su metallo, contenenti anche cromo e cobalto, per falsa pubblicità del prodotto.
L’accordo (la novità è che è un accordo con uno Stato) rappresenta solo una frazione dei 2,47 miliardi di dollari che la J&J ha già detto che avrebbe pagato, lo scorso anno, per risolvere le circa 8000 cause in corso contro la sua consociata, la DePuy, fabbricante delle protesi, che avrebbero causato dolore, interventi chirurgici di revisione, residui di metalli nel sangue, etc.
La J&J, negli ultimi due anni, ha ritirato, nel mondo, circa 93.000 protesi di questo tipo.
Lo Stato dell’Oregon aveva avviato un’indagine sulle protesi prodotte dalla consociata della J&J, la DePuy, e vendute nello Stato, a causa di lamentele dei pazienti sulla qualità e funzionalità delle protesi.
La DePuy, infatti, ha commercializzato le protesi, vendute a partire dal 2005, esaltandone le qualità di durata (20 anni contro gli usuali 5) e di funzionalità di movimento.
Secondo le indagini del procuratore generale dell’ Oregon, Ellen Rosenbrum, le protesi sono prive delle qualità propagandate.
Pur non ammettendo la propria responsabilità, la J&J ha comunque accettato l’accordo.
Un’indagine interna della J&J avrebbe rilevato che il 12% delle protesi cedono dopo 5 anni.
Analoghe indagini sono in corso in Massachussets ed è in corso un’indagine informale da parte del governo USA. Altri guai all’orizzonte …!
Cfr.